29 Agosto 2010
FILM AUTOPRODOTTO PER RACCONTARE «LA CITTÀ VERA»
Film autoprodotto per raccontare «la città vera»
calda serata estiva, qualcosa da bere, alcuni amici che si
incontrano sempre nello stesso bar del centro, e sotto le stelle
cadenti ecco nascere una strana alchimia che si trasforma in progetto.
La storia che vi raccontiamo nasce nel cuore antico della città, in via
San Carlo, sul lastricato che va dalla testa di Gargoyle che sorveglia
l’angolo di via Colombo, al Duomo. È la storia di due persone che si
incontrano, e svelandosi preoccupazioni, emozioni e desideri, decidono
di dar vita alla produzione di un piccolo film, con una promessa: sarà
fatto senza spendere un soldo, sarà girato interamente in via San
Carlo, e a farlo saranno persone del posto, a cominciare da Luigi
Nappa, che firmerà la regia.
Una scommessa da fare con tutti quelli che vorranno starci. E a starci,
finora, sono già un centinaio. Tutti reclutati col passaparola, al Gran
Caffè del Centro, dove l’idea è nata, e dove silenziosamente, si sono
svolti anche dei provini per la scelta degli attori. Gli autori, Mimmo
Nespolino e Leonardo Ferraiuolo, per adesso, non vogliono pubblicizzare
l’operazione, e anzi tengono segreta la sceneggiatura, che però Il
Mattino ha potuto visionare in anteprima. Una storia di emozioni, di
ricordi, di sentimenti, di partenze e ritorni, che vuole far emozionare
lo spettatore, ma di cui non si può dir altro. Quasi al completo lo
staff, le riprese si effettueranno a settembre. Tutte rigorosamente in
via San Carlo, sempre più crocevia di storie, personalità, racconti,
idee e progetti che nascono e che muoiono con la stessa velocità di una
stella cadente, o che proseguono innestando sinergie, incrociando
destini e vissuti personali, di tanti casertani che partono, che
tornano, che vorrebbero cambiare il mondo o la loro città, o forse loro
stessi. E che alla fine di ogni percorso si rincontrano sempre al
solito bar, e si raccontano esperienze, sogni e sentimenti, e mettono
insieme un altro progetto e un altro ancora.
La storia della nascita di
questo cortometraggio è già di per sé un piccolo film e una piccola
storia da raccontare e racchiude tutto questo. Gli autori per ora non
vogliono dire molto: «Ci siamo stancati di vedere rappresentata Caserta
solo per la monnezza o i rifiuti, vogliamo raccontare una storia
diversa» dice Leonardo Ferraiuolo e per farlo «ci saranno tutte persone
del posto» aggiunge Mimmo Nespolino: «maestranze e artisti locali, per
dimostrare quello che di buono può esprimere questa terra». «Il
progetto sta entusiasmando tutti quelli che ne sentono parlare,
dall’assessore al passante al bar, tutti ne vogliono fare parte» dice
ancora Ferraiuolo che conclude: «vogliamo fare una cosa diversa, e per
farlo abbiamo cominciato non chiedendo finanziamenti pubblici». Cosa
sarà del prodotto finale per ora non è dato sapere, anche se gli autori
sussurrano che, forse, potrebbero esserci anche delle sorprese, nel
cast e nella distribuzione. Per ora l’unica certezza è solo un nome che
simboleggia il progetto: «Black swan», il cigno nero. Contro
l’omologazione culturale, per raccontare un territorio che non è solo
rifiuti e camorra, ma anche emozioni e sentimenti.